Il deserto culturale avanza nell'apatia

 Tonio Pillonca 
Classi, cattedre, presidenze scolastiche e qualità dell'istruzione pubblica spariscono come se nulla fosse. E sembra quasi che l'Ogliastra, a cominciare dai suoi vertici istituzionali, ci stia facendo una pericolosa abitudine. Non fra un mese, ma subito la Provincia è chiamata a discutere il piano di (ri)dimensionamento scolastico. In vista ci sono tagli pesantissimi, ma il livello della mobilitazione in atto non sembra tale da reggere l'urto. Fermo alla fase della protesta non è mai decisamente passato a quello della proposta, forse perché è mancato il coraggio delle scelte in apparenza impopolari ma forse imprescindibili per garantire la qualità dell'istruzione pubblica. Meglio per un genitore iscrivere un figlio a una pluriclasse pur di farlo studiare nel suo paese o più opportuno rivendicare un trasporto pubblico efficiente che gli permetta di studiare nel Comune vicino ma insieme ai suoi coetanei? Salutare consegnarlo a un percorso educativo problematico, rischioso e forse controproducente?  I dilemmi sulla scuola sono irrisolti. Complice una classe politica irresponsabile che non ha saputo cogliere al volo anche formidabili opportunità normative. «Facciamo una legge regionale sulla scuola», va ripetendo da anni Giuseppe Mesina, ex sindaco di Urzulei e consigliere provinciale sardista, da amministratore pubblico di frontiera sempre in prima linea nel difendere servizi pubblici essenziali. In controtendenza rispetto a una Regione che ricorre al Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar Sardegna sebbene diano ragione ai suoi piccoli comuni.
(da L'Unione Sarda)

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