Un incubo da 27 milioni

Tonio Pillonca

Certificato urbanistico alla mano, una società cagliaritana era pronta a investire su un'area di Biscollai. Salvo scoprire che c'era il rischio frane. La grana va in Tribunale. Un certificato di destinazione urbanistica sbagliato potrebbe costare 27 milioni di euro al Comune di Nuoro. All'amministrazione di via Dante ha fatto causa una società immobiliare cagliaritana, la Icona spa, che ha acquistato una vasta area a Biscollai nella prospettiva di realizzare un centro direzionale. L'iniziativa, all'apparenza agevole sotto il profilo urbanistico, si è rivelata invece una montagna da scalare. Semplicemente perché il terreno interessato dall'operazione («di conferimento societario») non era libero da vincoli. Tutt'altro: l'area era in realtà da classificare come area hg4, «di pericolosità molto elevata da frana». Il che - sostiene la società avanzando l'astronomica pretesa risarcitoria - avrebbe costretto la Icnos a effettuare opere di messa in sicurezza, rendendo meno agevole - e drammaticamente oneroso - l'intervento programmato. Il giudizio civile, già in atto al Tribunale di Nuoro, vede dunque il Comune nelle vesti di convenuto. LA STORIA La Icnos, società per azioni amministrata da Roberto Paoni, sostiene in aver subito danni in seguito al rilascio - è il 3 maggio del 2010 - del certificato urbanistico che attestava erroneamente la destinazione urbanistica di un area oggetto di conferimento societario (servizi di carattere turistico e ricreativo, attività commerciale e sedi di istituti finanziari), così inducendo il sodalizio cagliaritano all'acquisto delle quote della Icnos Immobiliare Nuoro srl, al fine di realizzare un intervento urbanistico compatibile con quella destinazione. L'errore contenuto nel certificato di destinazione urbanistica avrebbe provocato un danno da salasso alla società immobiliare. L'avvocato Marcello Mereu, incaricato della tutela legale degli interessi dell'ente, deve dunque fronteggiare richieste da brivido. Icnos spa sostiene di avre subito perdite quantificabili in oltre 27 milioni: per conoscere nei dettagli il conto presentato al Comune basta consultare la delibera con cui la Giunta Bianchi a marzo scorso decide la costituzione dell'ente in giudizio: 4 milioni e 500 mila euro per l'acquisto delle quote della Icnos immobiliare Nuoro, 2 milioni 800 mila euro per la corresponsione degli interessi passivi sul finanziamento contratto dal sodalizio cagliaritano per l'operazione, quasi 508 mila euro a titolo di costo delle opere per la messa in sicurezza necessarie in seguito alla classificazione dell'immobile come area a rischio frane e 20 mila euro di guadagni sfumati per la mancata realizzazione degli edifici. LA CAUSA Ovviamente la partita davanti ai giudici civili resta tutta da giocare. La vicenda si snoda in maniera assai complessa, parallelamente alla grana sui problemi legati all'assetto idrogeologico del territorio. Nel 2007 la Icnos nuorese. proprietaria dell'area, presentò al Comune un'istanza di riperimetrazione delle aree incluse nel piano per l'assetto idrogeologico a seguito di realizzazione e collaudo di interventi strutturali per la riduzione del rischio idrogeologico nell'area segnata con livello di pericolosità HG4. Una classificazione che allora esisteva ma di cui, nel certificato urbanistico incriminato, non c'è più traccia.
(da L'Unione Sarda del 21 giugno 2012)

Commenti

Post popolari in questo blog

Sosta selvaggia: un incubo

Il deserto culturale avanza nell'apatia

Donazioni da record, la solidarietà non va in crisi