I paggi del neoliberismo
Ospito con piacere questo breve saggio di Giovanna Mulas. Da leggere.
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E adesso siam pronti alla morte?
Giovanna Mulas
“Per le tue antiche
ribellioni
E per l’età del tuo dolore,
per la tua speranza interminabile, amore mio,
Io voglio vivere in te...”
(Mercedes Sosa, 'Serenata per la terra di Ognuno')
Muri
bianchi, popolo Muto, mi urlava addosso
qualche giorno fa una parete qualsiasi, in una città come tante.
Scriveva
Evo Morales: “...bisogna pensare a modelli diversi di società rispetto al
capitalismo. Non è accettabile che nel XXI secolo alcuni paesi e
multinazionali continuino a provocare l'umanità e cerchino di conquistare
l'egemonia sul pianeta. Il capitalismo è il peggior nemico dell'umanità: crea
egoismo, individualismo, guerre mentre è interesse dell'umanità lottare per
cambiare la situazione sociale ed ecologica del mondo. “.
Mentre
butto giù queste righe la mia, nostra Italia profeticamente pasoliniana,
da “Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo” tocca claudicante,
appunto, il lapalissiano Knock Out annunciato: ieri le dimissioni di un
Berlusconi quasi capro espiatorio e nonostante, tra fischi, spumantino e Tu
quoque, Brute, fili mi!, domani un Monti a dirigere orchestra e politiche
della Banca Centrale. E quanti pennivendoli eccitati, scopro, a sputare
arditi sulle ceneri dell’imperatore: pronti a fare da paggio nella vestizione
del nuovo.
Candela,
oh candela, nell’anno dei serpenti mi guardi e sorridi, e in quella fiamma
tremula naviga il sorriso dell’inganno... Io lo so, oooh si, lo so. Mi chiedi
dove sillabavano, ieri, questi pennivendoli, aspiranti dei, falsi d’autore
che rispondono non chiamati al pomposo nome d’intellettuali, quando l’imperatore
già nudo sedeva e tutti per convenienza zittivano, dov’erano genuflessi gli
ani-Savi, gli Eco-lobbisti? E dov’erano le Conche da salotto, in paramenti a
difesa della donna, ogni volta che una donna è stata offesa dal suo
imperatore? Amica mia, provo tristezza per un popolo talmente disperato –
eppure non ancora cosciente – da affidarsi cieco e sordo a quei falsi profeti
che a tutto mirano, tranne che alla consapevolezza del popolo.*
Dunque
tra fischi, frizzi e lazzi, lanci mancati di monetine ( ché nella Patria
Nostra si registrano problemi di fame generalizzata, non più prerogativa di
artisti pigri), eccoci ancora qui eppure nuovi: democrazia del telecomando e
scioperi fatti col ‘mi piace’ in una nazione da Mia Nazione che continua a
registrare muri bianchi, illusi e collusi, incoscienti di un’autentica
coscienza di classe.
La
nazione risulta segnata –spesso dolorosamente inconsapevole- da antichissime
disgregazioni che hanno fatto dominare le identità locali su una collettiva
identità nazionale. L’unificazione del 1861 ha dato vita a un’esperienza di
scambio, da riportare costantemente alla luce affinché lo spirito nazionale,
quell’amore per la Patria che ci accomuna si rinnovi veramente, spinto dal
ricordo del passato e dalla voglia di crescere col futuro e per il futuro.
"L'Unità
d'Italia fu perseguita e conseguita”, ha dichiarato un Capo dello Stato già
militante comunista, durante un suo intervento a Genova, “...attraverso la
confluenza di diverse visioni, strategie e tattiche, la combinazione di trame
diplomatiche, iniziative politiche e azioni militari, l'intreccio di
componenti moderate e componenti democratico rivoluzionarie...".
L'Italia
non è stata fatta solo da Mazzini, Garibaldi e Cavour. In questa repubblica
democratica da “Mi emigro per Magnar” ogni singolo è chiamato sul ring a
danzare da personaggio, a ricostruire, modellare, migliorarsi e migliorare.
La
Patria non concetto astratto ma autentica appartenenza del mondo, Patria
sinonimo di conoscenza quindi libertà: non potremo e non dovremo dare
riposo alla nostra coscienza, alla nostra intelligenza fino a che sapremo un
solo uomo nel sopruso, nel degrado iniquo e non voluto.
*GM, 2009, da ‘Di Carne Assente o Il
Monologo della Candela’, dramma teatrale a tema sociale e politico, in
quattro atti.
Leggi
recensione di Katia Brega per La Repubblica http://d.repubblica.it/argomenti/2011/07/29/news/di_carne_asente_libro-432266/
E di Fernando Bassoli per
Agora Vox Italia: http://www.agoravox.it/Di-carne-assente-di-Giovanna-Mulas.html
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